Il benessere animale e quello del portafoglio
Come conciliare la necessità di tutelare la salute dei bovini, con i costi delle stalle. Ristrutturare conviene

In questi ultimi anni tra gli allevatori di vacche da latte hanno preso consistenza due idee purtroppo in contrasto tre loro: il valore del benessere animale e la carente disponibilità economica per poterlo ottenere. Il concetto di benessere animale è stato sentito in un primo momento esclusivamente come un obbligo di legge da rispettare. Oggi sono tutti consapevoli che il profitto di un allevamento è direttamente proporzionale al livello di benessere che viene garantito alla mandria. Purtroppo però per realizzare delle strutture che assicurino la piena salute delle bovine servono delle somme di denaro considerevoli; questi capitali attualmente sono difficilmente reperibili sia a causa della bassa marginalità che gli allevamenti sono in grado di generare, sia perché è sempre più difficile poter accedere al credito esterno. Per queste ragioni oggi più che negli anni precedenti ha senso ristrutturare la vecchia stalla con lo scopo di ottenere il risultato voluto in termini di benessere limitando in misura rilevante l’investimento economico. La ristrutturazione va presa in considerazione anche da tutti gli allevatori che pur avendo la disponibilità economica per realizzare l’investimento sono vincolati da un centro aziendale troppo ristretto da non permettere la costruzione di una nuova struttura. L’attenzione principale ricade su tutti quei ricoveri in cui gli animali sono ancora allevati a posta fissa. In queste stalle oltre ad essere sfavoriti gli animali sono anche penalizzati gli allevatori che si trovano in una condizione di sofferenza sia a causa della fatica fisica, richiesta dai lavori di mungitura e di rimozione delle deiezioni, sia per l’elevato numero di ore di lavoro impiegate per quintale di latte prodotto.

DA STABULAZIONE FISSA A STABULAZIONE LIBERA
Parlando di ristrutturazione delle stalle il concetto che deve passare è quello di recuperare la copertura esistente ripensando però completamente gli spazi interni. Nella maggior parte dei casi quando nei recuperi si è mantenuta la corsia di alimentazione esistente gli animali sono stati costretti in spazi non idonei al loro benessere. Quando un animale viene allevato alla posta sicuramente è limitato nei movimenti ma non deve subire la concorrenza degli altri animali in quanto ha il suo posto per coricarsi il suo abbeveratoio e la sua quota di cibo. Quando una vacca viene allevata a stabulazione libera deve essere messa in condizione da non dover competere con le altre bovine e questo dipende principalmente dalla organizzazione degli spazi interni della stalla. La stalla classica per vacche legate presenta una larghezza di 14-15 metri ed una lunghezza di circa 50 metri per cui già il recupero della copertura permette un risparmio che può avvicinarsi ai 150.000,00 euro (comprese le fondazioni e il riporto di materiale ghiaioso). Per questa ragione è importante recuperare la copertura visto il notevole risparmio economico che ne deriva ripensando però ex novo la disposizione interna di tutti gli elementi.

COME ORGANIZZARE GLI SPAZI
La struttura a stabulazione libera che permette il minor costo per capo allevato è quella che prevede tre file di cuccette ed una corsia di alimentazione. Per poter realizzare questa disposizione si deve disporre di una copertura con una larghezza superiore a 20 metri. Ovviamente nel pensare alla ristrutturazione di una stalla per vacche legate bisogna prendere in considerazione la realizzazione di una copertura aggiuntiva che permetta di portare la larghezza della stalla dagli attuali 14-15 metri ai 20-21 necessari. Questa copertura si può realizzare mediante uno monofalda che non continui la pendenza del tetto esistente ma sia posta al di sopra di questo con un dislivello di 100-150 cm in modo tale da sfruttare al massimo la ventilazione naturale. Il disegno allegato rappresenta una possibile soluzione nella quale si è deciso di lasciare la corsia di alimentazione all’interno della vecchia struttura. Questa ipotesi è da scegliere quando la stalla esistente ha una larghezza di soli 14 metri, anche se presenta lo svantaggio che alcune cuccette sono poste in prossimità del pilastro e questo limita leggermente il movimento dell’animale. Qualora si disponga di una struttura larga 15-15,5 m si possono collocare le tre file di cuccette direttamente all’interno; in questo caso si abbatte un muro laterale ed al suo posto, tra i pilastri, si posizionano le auto catture. La nuova tettoia dovrà semplicemente coprire la corsia di alimentazione.

ANCHE LE STALLE LIBERE NECESSITANO DI RISTRUTTURAZIONI
A partire dagli anni 80 si è iniziato a costruire stalle a stabulazione libera dove il criterio di progettazione era frutto di una mentalità incentrata su misure che rispecchiavano in larga parte i modelli di stabulazione fissa. In queste vecchie strutture gli elementi non in linea con i moderni concetti di benessere sono soprattutto le cuccette, anche se talvolta e necessario riconsiderare la forma della rastrelliera di alimentazione ed dei passaggi tra le corsie che sono sempre troppo stretti. Nelle cuccette mal dimensionate gli animali hanno difficoltà a coricarsi e ad alzarsi e questa difficoltà è evidenziata da segni evidenti di escoriazioni quali ferite sul collo e sui fianchi e garretti gonfi. I principali difetti sono legati alla presenza di cuccette troppo strette (con una larghezza inferiore a 125 cm). Al fatto che la barra educatrice sia posizionata ad una altezza inferiore di quella corretta e ad una forma della bandiera obsoleta. Una bovina che riposa male subisce degli stress fisici che si ripercuotono sulle sue performances produttive sia in termini di minor produzione giornaliera, sia in termini di riduzione della vita produttiva con conseguenti maggiori spese di rimonta. Il ripristino delle cuccette può attualmente essere effettuato in modo agevole senza interventi di demolizione e ricostruzione delle parti in muratura. Sfruttando i moderni tipi di ancoranti chimici si possono fissare le nuove bandiere direttamente sul cuscino esistente e si possono svolgere le operazioni di sostituzione senza dover allontanare gli animali dalla stalla. Non bisogna dimenticare che in molte strutture i separatori delle cuccette ormai logorati dal tempo si sono rotti per cui non sono più nella loro posizione corretta ma si presentano inclinati a spina di pesce rispetto alla direzione del raschiatore. In questa situazione la vacca non si corica nella posizione corretta per cui occupa più posti e sporca la cuccetta. Inoltre aumentano i rischi che l’animale rimanga intrappolato tra le sbarre quando tenta di alzarsi.

IL BUON PROPOSITO
Normalmente all’inizio di ogni nuovo anno si stabiliscono gli obiettivi da raggiungere entro il prossimo capodanno. Tra gli innumerevoli buoni propositi, che ognuno di voi si sarà già fissato, è sicuramente conveniente aggiungere una valutazione della propria stalla allo scopo di individuare gli elementi non in linea con il benessere degli animali e cercare di porvi rimedio.

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